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Perfusion NewswireCircuit SurfersFrom Italy [ 6 ] Mitral Prosthesis, Implantation on the Beating Heart

From Italy [ 6 ] Mitral Prosthesis, Implantation on the Beating Heart

Beating Heart MVR|CardioPeople 1

Beating Heart MVR

Editor’s Note:

Once again, just checking early morning news and chatter on Facebook, and another interesting link rears it’s head.  

I found this article on an Italian perfusion FB page by CardioPeople- an Italian resource- very well organized, and very professional.  https://www.cardiopeople-network.com/social/index.php?do=%2Fpages%2F10%2F

They provided an English version of the above cited topic- so I include the article below in English and Italian versions.

Grazi 🙂

CardioPeople 1

Mitral Prosthesis, Implantation on the Beating Heart

https://www.giornaledibrescia.it/pagine-settimanali/medicina-e-benessere/protesi-mitralica-impianto-a-cuore-battente-1.1889564

The mitral valve replacement is the treatment of choice in pathologies of the mitral valve in which a repair can not be performed.

The gradual increase in the average age of patients undergoing this procedure, the risks associated with anticoagulant therapy in the elderly, has prompted surgeons around the world to use more and more biological valve prostheses.

It is assembled prosthesis utilizing animal tissues that do not require anticoagulation therapy and ensuring a better quality of life (Figure 1).

These implants, however, in time, undergo a progressive degeneration resulting in malfunction (figure 2).

This problem is currently solved by replacing the prosthesis with a second operation, however, encumbered by a surgical risk greater than the first, especially if the patient is an elderly person, perhaps with a physical compromised by other diseases.

It is in this context that, recently, it has developed a technique that allows the restoration of the original functionality of the prosthesis without proceeding to the traditional.

It is a procedure that involves the use of extracorporeal circulation, which is necessary to stop the heart and allows rapid post-operative recovery even in patients with numerous comorbid conditions.

Consists in the installation of a new bioprosthesis within that old and malfunctioning through a small incision lateral chest of 5-6 centimeters and the apex of the heart (in figure 3 the incision of the chest and 4 in the plant of the new bioprosthesis).

This type of intervention is now reserved for patients who have a high risk with conventional surgery, but the initial good results bode well for wider dissemination.

Currently in Europe this intervention (called the valve in valve procedure) was performed in many centers with good results even at a distance.

Based on these scientific evidence, was executed in the first Poliambulanza plant bioprosthesis within a previous mitral bioprosthesis degenerated.

The procedure is successful and the patient, a 83 year old woman carries a degenerated mitral prosthesis implanted 14 years earlier, was discharged after five days of hospitalization.

The surgery was performed by the cardiac surgery team directed by Gianni Troise, assisted by cardiologists and cardio-resuscitators are part of a working group that is dedicated for years to transcatheter treatment of valvular heart disease.

The episode confirms to the latest data published dall’Agenas, the National Agency for Regional Health Services, which recently ranked at the top nationally cardiac surgery Poliambulanza Foundation, in the treatment of valvular heart disease.

Data, for 2013, put the Cardiac Poliambulanza among the best performers in the national restorative and replacement valve surgery, with a mortality rate of 0.28%.

‘For all the treatment options, the approach mini-invasive conventional surgery, until the use of innovative methods such as the case described, allows to deal with increasingly complex cases and at increasingly high risk, which would not otherwise a possible solutions, “says John Troise, Director of Cardiac Foundation Poliambulanza.

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CardioPeople 1

La sostituzione valvolare mitralica rappresenta il trattamento di scelta nelle patologie della valvola mitrale in cui non può essere eseguita una riparazione.

Il progressivo aumento dell’età media dei pazienti sottoposti a questa procedura, associato ai rischi della terapia anticoagulante nei soggetti anziani, ha spinto i chirurghi di tutto il mondo ad utilizzare sempre di più le protesi valvolari biologiche.

Si tratta di protesi assemblate utilizzando tessuti animali che non richiedono terapia anticoagulante e che garantiscono una migliore qualità di vita (figura 1).

Tali protesi però, nel tempo, vanno incontro ad una progressiva degenerazione con conseguente malfunzionamento (figura 2).

Questo problema viene attualmente risolto sostituendo la protesi con un secondo intervento, gravato tuttavia, da un rischio chirurgico maggiore del primo, in particolare se il paziente è una persona anziana, magari con un fisico compromesso da altre patologie.

È in questo panorama che, recentemente, si è sviluppata una tecnica che consente il ripristino delle funzionalità originali della protesi senza procedere all’intervento tradizionale.

Si tratta di una procedura che non prevede l’utilizzo della circolazione extracorporea, necessaria ad arrestare il cuore e che consente un rapido recupero post operatorio anche a pazienti con numerose patologie associate.

Consiste nell’impianto di una nuova bioprotesi all’interno di quella vecchia e malfunzionante attraverso una piccola incisione laterale del torace di 5-6 centimetri e dell’apice cardiaco (nella figura 3 l’incisione del torace e nella 4 l’impianto della nuova bioprotesi).

Questo tipo di intervento per ora è riservato a pazienti che presentano un elevato rischio con la chirurgia tradizionale, ma gli iniziali buoni risultati fanno ben sperare in una diffusione più ampia.

Attualmente in Europa questo intervento (denominato valve in valve procedure) è stato eseguito in molti centri con dei buoni risultati anche a distanza.

Sulla base di queste evidenze scientifiche, è stato eseguito in Poliambulanza il primo impianto di bioprotesi all’interno di una precedente bioprotesi mitralica degenerata .

La procedura è andata a buon fine e la paziente, una donna di 83 anni portatrice di una protesi mitralica degenerata impiantata 14 anni prima, è stata dimessa dopo cinque giorni di ricovero.

L’intervento è stato eseguito dal team della cardiochirurgia diretto da Gianni Troise, coadiuvato dai cardiologi e cardio-rianimatori appartenenti ad un gruppo di lavoro che si dedica da anni al trattamento transcatetere delle patologie valvolari cardiache.

L’episodio conferma gli ultimi dati pubblicati dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che ha recentemente classificato ai primi posti a livello nazionale la cardiochirurgia della Fondazione Poliambulanza, nel trattamento delle malattie valvolari cardiache.

Dati che, per il 2013, collocano la Cardiochirurgia della Poliambulanza tra le migliori realtà a livello nazionale nella chirurgia valvolare riparativa e sostitutiva, con una mortalità dello 0,28%.

«Disporre di tutte le opzioni di trattamento, dall’approccio mini-invasivo della chirurgia convenzionale, fino all’utilizzo di metodiche innovative come quella del caso descritto, permette di affrontare casi sempre più complessi e a rischio sempre più elevato, che non avrebbero altrimenti una possibilità di soluzione» spiega Giovanni Troise, direttore della Cardiochirurgia della Fondazione Poliambulanza.

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