From Italy [ 7 ] Reshaping the Heart
Editor’s Note:
Once again, just checking early morning news and chatter on Facebook, and another interesting link rears it’s head.
I found this article on an Italian perfusion FB page by CardioPeople- an Italian resource- very well organized, and very professional.
Link: https://www.facebook.com/universita.campobasso
They provided an English version of the above cited topic- so I include the article below in English and Italian versions.
Grazi 🙂
Reshaping the Heart
Link: https://www.facebook.com/universita.campobasso
A facelift to the heart after a heart attack so you avoid the intervention of traditional TORINO A small probe enters the jugular to get to the heart, a kind of facelift that reduces the portion of the heart patient who was suffering from a heart attack. technique mini- invasive, without extracorporeal circulation and without opening the patient’s chest, and especially without resorting to a transplant or an artificial heart.experiment A the ‘incli’ to the heart muscle were the Molinette. Which for the first time in Italy have adopted a special mini-invasive technique to reshape the ventricle, reducing the surface of the sick organ. intervention, carried out by Professor Mauro Rinaldi, director of Cardiac Surgery, and assisted by the cardiologist Maurizio D’Amico, has been successfully performed on a patient 54 years old.
After a large infarct, the man was suffering from ischemic dilated cardiomyopathy and an anterior aneurysm, which is why he was on the waiting list for heart transplantation. clinical picture “very fragile,” says Professor Rinaldi, “in which we intervened with the application of mini anchors to anatomically reshape the ventricle, reducing its volume by 25-35%, and returning to a more natural contractility of the heart.”
In practice, the patient’s heart has been made a sort of “pence tailoring.” Great innovation system Revivent – this is the name of the innovative technique – is primarily the possibility to intervene without opening the patient’s chest. The mini anchors are in fact applied through a catheter, which passes precisely through the jugular vein through a small incision in the left submammary.
Countless benefits for the health of the patient, as well as saving solution that provides compliance with the practices currently in place. As a rule, in fact, when medical therapy is no longer effective, the options for patients with heart failure secondary to dilated cardiomyopathy post-infarct cardiac transplantation or systems are mechanical assistance to the club, so-called artificial hearts. ‘s new intervention of ventricoloplastica allows, in case of serious post-infarct ventricular aneurysms, the reduction of the cardiac surface sick and not more ‘contractile through the application of mini anchors. In this way it reshapes the ventricle anatomically reducing volume by 25-35 percent and returning a more ‘natural contractility’ to the heart.
In practice it is made a “pence tailored” to the heart. The operation, carried out by combining the expertise of cardiac surgeons and cardiologists, takes place without the need ‘to halt and affect the heart muscle, making this option viable even in surgical patients from the clinical picture is particularly fragile.
The great innovation and ‘date but’ above all by chance ‘to intervene in an extremely non-invasive and without opening the patient’s chest. Operation “stands as a viable alternative – concludes Rinaldi – which reduces the time of hospitalization and complications post-intervention. “
The intervention on the patient is technically successful and the man was discharged after four days.
Un lifting al cuore dopo l’infarto così si evita l’intervento tradizionale
TORINO
Una piccola sonda entra dalla giugulare per arrivare al cuore, una sorta di lifting che riduce la porzione del cuore malato di chi è stato colpito da infarto.
Una tecnica mini-invasiva, senza circolazione extracorporea e senza aprire il torace del paziente , e soprattutto senza ricorrere a un trapianto o a un cuore artificiale.
A sperimentare il ‘ritocchino’ al muscolo cardiaco sono state le Molinette di Torino.
Che per la prima volta in Italia hanno adottato una speciale tecnica mini-invasiva per rimodellare il ventricolo, riducendo la superficie dell’organo malato.
L’intervento, eseguito dal professor Mauro Rinaldi, direttore della Cardiochirurgia, e coadiuvato dal cardiologo Maurizio D’Amico, è stato eseguito con successo su un paziente di 54 anni.
Dopo un grosso infarto esteso, l’uomo era affetto da cardiomiopatia ischemico dilatativa e da un aneurisma anteriore, motivi per cui era in lista d’attesa per il trapianto di cuore.
Un quadro clinico “particolarmente fragile”, spiega il professor Rinaldi, “nel quale siamo intervenuti con l’applicazione di mini ancore per rimodellare anatomicamente il ventricolo, riducendone il volume del 25-35% e restituendo al cuore una più naturale contrattilità”. In pratica, al cuore del paziente è stata fatta una sorta di “pence sartoriale”.
Grande innovazione del sistema Revivent – questo il nome dell’innovativa tecnica – è soprattutto la possibilità di intervenire senza aprire il torace del paziente. Le mini ancore vengono infatti applicate attraverso un catetere, che passa appunto attraverso la giugulare mediante una piccola incisione sottomammaria sinistra.
Innumerevoli i vantaggi per la salute del paziente, nonché il risparmio che la soluzione offre rispetto alle prassi attualmente in essere. Di norma, infatti, quando la terapia medica non risulti più efficace, le opzioni per i malati affetti da scompenso cardiaco secondario ad una miocardiopatia dilatativa post-infartuale sono il trapianto cardiaco o sistemi di assistenza meccanica al circolo, i cosiddetti cuori artificiali.
Il nuovo intervento di ventricoloplastica consente, in caso di gravi aneurismi ventricolari post-infartuali, la riduzione della superficie cardiaca malata e non più’ contrattile attraverso l’applicazione di mini ancore. In questo modo si rimodella anatomicamente il ventricolo riducendone il volume del 25-35 per cento e restituendo una più’ naturale contrattilita’ al cuore. In pratica viene fatta una “pence sartoriale” al cuore. L’operazione, effettuato unendo le competenze di cardiochirurghi e cardiologi, avviene senza la necessita’ di arrestare ed incidere il muscolo cardiaco, rendendo percorribile quest’opzione chirurgica anche in pazienti dal quadro clinico particolarmente fragile. La grande innovazione e’ data pero’ soprattutto dalla possibilita’ di intervenire in modo estremamente poco invasivo e senza aprire il torace del paziente.
L’operazione“si pone come una valida alternativa – conclude Rinaldi – che riduce i tempi di ricovero e le complicazioni post-intervento”. L’intervento effettuato sul paziente è tecnicamente riuscito e l’uomo è stato dimesso dopo soli quattro giorni.